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La Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile è compresa nei comuni di Avola, Noto e Siracusa, in provincia di Siracusa, in Sicilia. È stata istituita nel 1990 (D.A. del 13 luglio), gestita dall'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana; ne è prevista l'inclusione nell'area del Parco Nazionale degli Iblei, attualmente in fase di elaborazione. La Riserva è nata con lo scopo di preservare le diverse ricchezze del suo territorio sia dal punto di vista naturalistico-paesaggistico sia sotto il profilo archeologico ed antropologico, visto che tutta la zona è stata abitata nel corso dei millenni e ne sono rimaste notevoli testimonianze in tombe e reperti. La Riserva si estende per 2700,00 ettari, 900 ha nella zona A (riserva) e 1860,00 ha nella zona B (preriserva) ed è caratterizzata dal corso del fiume Cassibile, l'antico Kakyparis greco, che le dà nome e che l'ha creata nel corso dei millenni scavando profonde gole o canyon a diverse profondità che toccano il massimo di 507 m nella zona belvedere di Avola antica; anche il luogo con l'ampiezza massima di queste (altrove strettissime) gole è situato nella stessa zona di Avola antica e misura un'estensione di 1200 metri di larghezza. Nel fondovalle si è formato un sistema di piccole cascate e laghetti (chiamati localmente uruvi), fonte di refrigerio estivo per i suoi numerosissimi frequentatori, al quale si accede per un'antica e suggestiva scala nota come La Scala Cruci.
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Pantalica, o meglio le necropoli rupestri di Pantalica, sono una località naturalistico-archeologica della provincia di Siracusa. Il nome del sito sembra derivare dall'arabo Buntarigah, che significa 'grotte', per l'ovvia presenza di molteplici grotte naturali e artificiali.
Costituisce uno dei più importanti luoghi protostorici siciliani, utile per comprendere il momento di passaggio dall'età del bronzo all'età del ferro nell'isola. Viene poeticamente, ma non scientificamente, identificata con l'antica Hybla, un regno siculo che dal XIII all'VIII sec a.C. si estendeva dalla valle dell'Anapo a Siracusa.
Nel 2005 il sito è stato insignito, insieme con la città di Siracusa, del titolo di Patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO per l'alto profilo storico, archeologico, speleologico e paesaggistico.
La località di Pantalica ha dato il nome a un celebre racconto di Vincenzo Consolo, Le pietre di Pantalica, in cui l'altopiano diventa una metafora del cammino dell'uomo.
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La costa dello Zingaro è uno dei pochissimi tratti di costa della Sicilia non contaminata dalla presenza di una strada litoranea. Il territorio ricade in parte nel comune di San Vito Lo Capo e in parte nel comune di Castellammare; si estende lungo 7 km di costa e quasi 1.700 ettari di natura incontaminata. La riserva ospita circa 670 taxa infragenerici vegetali, alcuni dei quali endemici e rari. Di questi 502 sono dicotiledoni, 153 monocotiledoni, 3 gimnosperme e 10 pteridofite. Di notevole interesse la flora lichenica che annovera per la riserva 130 specie mentre per i muschi sono note 35 specie.
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L'Etna o Mongibello è un complesso vulcanico siciliano originatosi nel Quaternario e rappresenta il vulcano attivo terrestre più alto della placca euroasiatica. Le sue frequenti eruzioni nel corso della storia hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante, arrivando più volte a minacciare le popolazioni che nei millenni si sono insediate intorno a esso.
Il 21 giugno 2013 la XXXVII sessione del Comitato UNESCO, ha inserito il Monte Etna nell'elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell'umanità.
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Sono delle gole alte fino a 25 metri e larghe nei punti più stretti 2 metri e nei punti più larghi 4-5 metri. Il canyon naturale, a differenza di quanto comunemente si pensa, non è stato scavato nel corso di migliaia di anni dall'acqua.
Il fiume Alcantara scorre tra pietra lavica che forma il suo alveo caratteristico. Sul territorio di Motta Camastra in località Fondaco Motta si trova la gola più imponente e famosa dell'Alcantara, lunga più di 6 km e percorribile in modo agevole per i primi 3.
La particolarità di questa gola consiste nella struttura delle pareti, create da colate di lava basaltica (povera di silicio ma ricca di ferro, magnesio e calcio). La lava si è poi raffreddata molto velocemente creando forme prismatiche pentagonali ed esagonali, che richiamano la struttura molecolare dei materiali che la costituiscono.
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Uno dei luoghi più incantevoli ed unici che offre l'isola di Pantelleria è sicuramente il Lago Specchio di Venere (massima profondità 12 metri), dove il livello delle sue acque è mediamente di 2 metri sul livello del mare ed è alimentato sia dalle sorgenti termali che dalle piogge. Il Lago, nella parte nord di Pantelleria, rappresenta una vista splendida e contribuisce ad una vacanza all'insegna del benessere grazie alle sue sorgenti calde (con temperatura variabile tra i 40°C e i 50°C.) e ai suoi fanghi naturali. Il lago di Pantelleria si trova nel cratere di un antico vulcano (occupa il fondo di una depressione di origine calderica). Grazie a questa particolarità, sulla sponda Sud dove sono concentrate le sorgenti termali, le sue acque sono calde e sature di zolfo con il fondale della fascia marginale ricco di fango nero-verdastro ricco di sostanze nutrienti (grazie ai depositi di alghe termofile, dal caratteristico odore di zolfo) dalle proprietà benefiche preziose per la pelle.
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Laghi di acqua salmastra ai piedi del santuario di Tindari, a Oliveri, sono bacini temporanei originati da una serie di interventi umani nei settori idrogeografici riposti a valle nel torrente Timeto.
Il numero dei laghetti varia a seconda della stagione e delle maree.
Un paesaggio orizzontale bianco, verde e blu: i laghetti più interni diventano di acqua dolce.
Flora: macchia mediterranea composta da euforbia, canne, mirto, capperi e fichi d’India.
Fauna: molluschi e neonata, vongole in acqua, uccelli migratori attorno.
Sul colle dirimpetto, un sentiero conduce alla grotta della Maga, caverna le cui pareti sono costellate da residui calcarei di molluschi.
La storia di questi laghetti appare sempre legata all’influenza del santuario: nel 1982 le maree tracciarono un lago dal profilo sembiante ad una donna con bimbo in grembo, che la fede popolare attribuì alla madonna nera di Tindari.
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La Scala dei Turchi è una parete rocciosa (falesia) che si erge a picco sul mare lungo la costa di Realmonte, in provincia di Agrigento. È diventata nel tempo un'attrazione turistica sia per la singolarità della scogliera, di colore bianco e dalle peculiari forme, sia a seguito della popolarità acquisita grazie ai romanzi con protagonista il commissario Montalbano scritti dallo scrittore empedoclino Andrea Camilleri.
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La Valle dei Templi è un'area archeologica della Sicilia caratterizzata dall'eccezionale stato di conservazione e da una serie di importanti templi dorici del periodo ellenico. Corrisponde all'antica Akragas, monumentale nucleo originario della città di Agrigento. Oggi è parco archeologico regionale.
Dal 1997 l'intera zona è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità redatta dall'UNESCO. È considerata un'ambita meta turistica, oltre ad essere il simbolo della città e uno dei principali siti archeologici di tutta l'isola. All'interno del parco della Valle dei Templi, è possibile visitare anche il Giardino di Kolymbetra, gioiello paesaggistico di cinque ettari ricco di reperti archeologici che ancora oggi vengono alla luce.
Nel 2011 è stata visitata da 583.465 persone.
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Val di Noto
Il Vallo di Noto o Val di Noto fu una circoscrizione amministrativa che si occupò della giustizia, dell'erario e occasionalmente anche delle milizie del Regno di Sicilia dal periodo normanno alla sua abolizione nel 1812. Nel 2002 alcune delle città che furono comprese dal Vallo sono state riconosciute Patrimonio dell'umanità. L'area è caratterizzata dai principali rilievi costituiti dagli Iblei e parte degli Erei: la presenza di molte fiumare e canyon rende l'area piuttosto complessa geograficamente. Lungo la linea settentrionale del Vallo è stata identificata la linea di contatto tra le placche euroasiatica e nordafricana. Il Vallo di Noto prende il nome dalla città di Noto, conosciuta come la "capitale del Barocco": dopo il terremoto del 1963, l'unitaria ricostruzione produsse un tessuto urbano coerente e ricco di episodi architettonici in cui i motivi ornamentali, tipici del barocco, restano sempre ben controllati rispetto alle architetture nelle quali sono inseriti; le vie della città sono intervallate da scenografiche piazze e imponenti scalinate che raccordano terrazze e dislivelli.
Calatabiano è posto a 62 metri d'altitudine, a meno di 3 chilometri dal mare Ionio. Il suo territorio, delimitato a nord dal corso del fiume Alcantara, è costituito da una fertile ed ottimamente irrigata piana alluvionale e dalle retrostanti colline. La storia di Calatabiano è strettamente collegata a quella del suo castello, che si erge su un'altura a 160 metri d'altitudine, all'imboccatura meridionale della Valle dell'Alcantara. Con tutta probabilità, stante l'importanza strategica e militare del sito, una fortezza doveva già essere presente in epoca greca e forse addirittura sicula. Il castello, che rappresenta solo un esempio dei moltissimi castelli presenti sull'isola, ha subito importanti interventi di ristrutturazione che hanno migliorato l'accessibilità attraverso la realizzazione di una funivia, valida alternativa al pecorso tortuoso e accidentato preesistente.
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Ragusa Ibla
Ragusa Ibla è stato un comune italiano dal 1866 al 1927.
Attualmente è il quartiere più antico del centro storico di Ragusa, chiamato anche soltanto Ibla o, in dialetto ragusano, Iusu (ovvero la Ragusa inferiore, per distinguerla da quella superiore). È situata nella parte orientale della città, sopra una collina che va dai 385 ai 440 m s.l.m. Dopo il terremoto del 1693, la città di Ragusa antica fu ricostruita attuando cantieri che produssero opere, edifici e monumenti di gusto tardo barocco. In essa risultano presenti ben 14 dei 18 monumenti della città di Ragusa oggi iscritti nel patrimonio dell'umanità.
L'antica città contiene oltre cinquanta chiese e numerosi palazzi in stile barocco. Nella parte più orientale, si trova il Giardino Ibleo e sono inoltre presenti gli scavi di un'antica città che secondo diversi storici sarebbe identificabile con l'Hybla Heraia.
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Tindari
Il Santuario di Tindari, divenuto Basilica papale minore l'8 settembre 2018, si trova all'estremità orientale del promontorio, a strapiombo sul mare, in corrispondenza dell'antica acropoli, dove una piccola chiesa era stata costruita sui resti della città abbandonata.
La devozione alla "Matri 'u Tinnaru" è indubbiamente tra le più antiche devozioni mariane in Sicilia, diffusa e festeggiata praticamente in tutta l'isola.
La statua della Madonna Nera, scolpita in legno di cedro, è di epoca imprecisata, forse giunta qui dall'Egitto in seguito al fenomeno dell'iconoclastia, nell'VIII-IX secolo. La Madonna, una Theotókos Odigitria seduta nella posizione della Basilissa ("Regina in trono"), regge in braccio il Bambino Gesù, ha una corona in testa, e presenta la caratteristica inconfondibile del volto lungo, mantenendo comunque proporzioni aggraziate e davvero molto armoniose anche dal punto di vista artistico. Il volto lungo è presente anche in altre raffigurazioni orientali e africane, ma raro tra le statue religiose in occidente. Alla base della statua, la scritta che riprende il Cantico dei cantici 1,5 e 1,6 Nigra sum sed formosa, traducibile come "sono bruna ma bella".
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Gibellina
Dopo il terremoto del Belice del 1968, fu lentamente avviata la ricostruzione del paese. Tuttavia, invece di riedificare nelle vicinanze dell'antica Gibellina, essa fu ripresa una ventina di chilometri più a valle.
Per la ricostruzione della cittadina l'ex sindaco della città Ludovico Corrao ebbe l'illuminata idea di "umanizzare" il territorio chiamando a Gibellina diversi artisti di fama mondiale come Pietro Consagra e Alberto Burri; quest'ultimo si rifiutò di inserire una sua opera nel nuovo contesto urbano che si stava costruendo e realizzò il Cretto di Burri, o Grande Cretto, sulla vecchia Gibellina, a memoria del sisma che la distrusse. All'appello del sindaco risposero, altresì, Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Leonardo Sciascia. La città divenne subito un immenso laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica, in cui artisti e opere di valore rinnovarono lo spazio urbano secondo una prospettiva innovativa.
Oggi Gibellina è un museo "en plein air" dell'architettura moderna. Esempio ne sono la Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, i Giardini Segreti di Francesco Venezia, la Porta del Belice di Pietro Consagra, Piazza XV Gennaio 1968 con la Torre Civica-Carrilion di Alessandro Mendini, il Sistema delle piazze (di Laura Thermes e Franco Purini), il Monumento ai Caduti, ecc.
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Villa Romana
La Villa Romana del Casale a Piazza Armerina, in Sicilia, è l’esempio supremo di villa di lusso romana tardo-imperiale e simboleggia l’utilizzo del territorio da parte dei Romani in quanto centro della grande proprietà sulla quale si basava l’economia rurale dell’Impero d’Occidente.
La Villa del Casale è una delle più lussuose del suo genere ed è famosa per la ricchezza e la qualità dei suoi mosaici (IV secolo d.C.), che vengono riconosciuti come i mosaici romani in situ più belli. Questo tesoro musivo testimonia le abitudini di vita della classe dominante romana e mostra le influenze reciproche tra le culture e gli scambi nel Mediterraneo antico – tra mondo romano e area nordafricana.
La villa si sviluppa in 48 ambienti (circa 3500 metri quadri di superficie) ricoperti da mosaici in perfetto stato, forse eseguiti da maestri africani, che permettono di ripercorrere la storia del più grande fra gli Imperi, con le scene di vita quotidiana, le raffigurazioni di eroi e divinità, le scene di caccia e di giochi.
La Villa del Casale rappresenta dunque una fondamentale testimonianza per la comprensione della vita e della civiltà romana di cui ci offre, grazie alla perfetta conservazione degli ambienti e delle rappresentazioni musive, un inimitabile affresco.
Il monumento antico più importante e meglio conservato di Taormina è il teatro.
Fu realizzato in un punto panoramico meraviglioso, da cui si ammirano la mole dell'Etna e il Mar Jonio.
Su alcuni gradini è inciso il nome di Filistide, la moglie di Ierone II, il tiranno di Siracusa che molto probabilmente nel III secolo a.C. fece costruire il teatro taorminese.
L'edificio fu ricostruito in età romana e più precisamente nel II secolo d.C.
La cavea, cioè lo spazio per le gradinate, ha un diametro di circa 109 metri ed è divisa in nove settori.
Il teatro di Taormina, per dimensioni, è il secondo della Sicilia dopo quello di Siracusa.
Alla sommità delle gradinate si trova un doppio portico, coperto da una volta.
Trentasei piccole nicchie si aprono sul muro del portico e forse servivano per accogliere alcune statue.
In età romana, l'orchestra del teatro fu trasformata in arena per i giochi dei gladiatori.
Da anni ormai, il teatro di Taormina è la splendida cornice di eventi culturali e di premi di livello internazionale.
Capoluogo dell’omonima città metropolitana e della Regione Siciliana, la città vanta una storia plurimillenaria: fondata dai Fenici tra il VII e il VI secolo a.C., viene conquistata nel 254 a.C. dai Romani e diventa il principale centro dell'isola. Conquistata dai Vandali, passa sotto Bisanzio e poi inesorabilmente conquistata dai Saraceni. Successivamente, con l'avvento dei Normanni e il ritorno alla cristianità, fu la città di incoronazione per i numerosi sovrani di Sicilia.
La lunga storia della città e il succedersi di numerose civiltà e popoli le hanno regalato un notevole patrimonio artistico e architettonico. Il sito seriale Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, di cui fanno parte più beni monumentali situati in città, nel 2015 è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Numerosi edifici, tra chiese e palazzi, sono riconosciuti monumenti nazionali italiani.
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Cuore di un agglomerato urbano più densamente popolato della Sicilia, capoluogo dell'omonima città metropolitana, Catania si estende alle pendici sud orientali del Monte Etna. Principale polo industriale, logistico e commerciale della Sicilia, è sede dell'Aeroporto Vincenzo Bellini.
Fondata nel 729 a.C. dai Calcidesi della vicina Naxos, la città vanta una storia millenaria caratterizzata da svariate dominazioni i cui resti ne arricchiscono il patrimonio artistico, architettonico e culturale.
Nel corso della sua storia è stata più volte interessata da eruzioni vulcaniche e da terremoti. Catania è stata patria, nativa o adottiva, di alcuni tra i più celebri artisti e letterati d'Italia, tra i quali i compositori Vincenzo Bellini e Giovanni Pacini e gli scrittori Giovanni Verga, Luigi Capuana, Federico De Roberto, Nino Martoglio, Vitaliano Brancati. Il barocco del suo centro storico è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità, assieme a quello di sette comuni del Val di Noto (Caltagirone, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli), nel 2002.
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Taormina, situata nella città metropolitana di Messina, è uno dei centri turistici internazionali di maggiore rilievo della regione siciliana: conosciuta per il suo paesaggio naturale, le bellezze marine e i suoi monumenti storici, è stata un'importante meta delle principali destinazioni turistiche dal XIX secolo in Europa. Durante il ventesimo secolo la città divenne una colonia di espatriati artisti, scrittori, e intellettuali che ritenevano Taormina luogo ideale per sviluppare i propri talenti. Numerose sono le manifestazioni e gli eventi che ogni anno, soprattutto nella stagione estiva, hanno sede a Taormina.
Gli eventi più significativi sono realizzati nell'ambito di Taormina Arte, l'istituzione culturale che cura l'organizzazione della rassegna di musica, teatro e danza. Nella programmazione rientra anche il Taormina Film Fest, il festival del Cinema di Taormina, che si svolge presso il meraviglioso scenario del Teatro Antico.
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Comune situato sulla costa siciliana settentrionale, a circa 70 km da Palermo, ai piedi di un promontorio roccioso. È uno dei maggiori centri balneari di tutta la regione; nonostante le sue dimensioni, ogni anno attrae un rilevante flusso di turisti locali, nazionali ed esteri che, nel periodo estivo, arrivano a triplicare la popolazione, rendendo affollate le principali piazze e le strade più importanti del paese.
La cittadina, che fa parte del Parco delle Madonie, è inclusa nel club de "I borghi più belli d'Italia", l'associazione dei piccoli centri italiani che si distinguono per la grande rilevanza artistica, culturale e storica, per l'armonia del tessuto urbano, la vivibilità e i servizi ai cittadini. Il duomo della città inserito nel sito Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale nel 2015 è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'Unesco.
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Comune della provincia di Trapani, posto sulla vetta dell'omonimo Monte Erice, il nome deriva da Erix, un personaggio mitologico, figlio di Afrodite e di Bute, ucciso da Eracle.
Antica città fenicia e greca, coronata da un altopiano di forma triangolare a terrazza sul mare, difesa da bastioni e mura, è un labirinto di stradine acciottolate e di varchi così stretti da permettere il passaggio di un solo uomo. Le case, serrate le une alle altre, hanno graziosi e curati cortili interni, difesi e protetti dalla vista dei passanti in modo che la vita familiare si svolga nella più completa intimità.
Erice presenta due volti: quello solare e luminoso delle calde giornate estive, quando la luce inonda le stradine e stupendi panorami si aprono sulla vallata e sul mare, e quello delle giornate invernali quando, avvolta nelle nuvole, la cittadina sembra ricongiungersi alle sue radici mitiche e dona al viaggiatore la sensazione di essere giunto in un luogo fuori dal tempo e dalla realtà.
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Centro urbano situato tra la Sicilia centrale e quella orientale, è famoso per la produzione della ceramica. La facilità di reperire il materiale dà impulso alla lavorazione di manufatti di terracotta, soprattutto vasellame, che serve a rifornire l'intera regione. Questa diviene ben presto una delle principali attività della cittadina. Per effetto delle diverse dominazioni, si sviluppa un'arte sempre più raffinata, che contribuisce a migliorare i metodi di produzione e al contempo arricchisce la manifattura locale con bei decori geometrici, stilizzati, tratti dal mondo vegetale ed animale. I colori dominanti sono il blu, il verde ed il giallo.
Caltagirone è stata per oltre due millenni un punto strategico di controllo per molti popoli che controllavano le piane di Catania e di Gela, tra cui bizantini, arabi, genovesi e normanni. È anche un rilevante centro agricolo, per via delle sue estese campagne. Il centro storico è stato insignito del titolo di Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2002, facente parte del consorzio del Val di Noto.
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Posta sulla costa sud-orientale dell'isola, Siracusa possiede una storia millenaria: la sua fondazione avvenne intorno all'anno 734-733 a.C., ad opera dei Corinzi. Annoverata tra le più vaste metropoli dell'età classica, primeggiò per potenza e ricchezza con Atene, la quale tentò invano di assoggettarla.
Numerose le personalità influenti accolte al suo interno, come Platone , patria di artisti, filosofi e uomini di scienza, diede i natali, tra gli altri, al celebre Archimede. Importante centro dell'Impero bizantino, ne divenne la capitale durante il VI secolo. La conquista araba, avvenuta nell'anno 878, pose fine all'egemonia siracusana. Dopo il violento terremoto del 1693, il centro storico della città assunse lo stile barocco che tutt'oggi lo contraddistingue.
In epoca moderna fu una delle tappe principali del Grand Tour europeo. Caratterizzata da ingenti ricchezze storiche, architettoniche e paesaggistiche, la città di Siracusa è stata dichiarata dall'UNESCO nel 2005, congiuntamente alla Necropoli Rupestre di Pantalica, patrimonio dell'umanità. In città si susseguono durante l'anno numerosi eventi, di diversa natura (artistica, culturale, sportiva), il cui richiamo risulta essere di livello nazionale e internazionale: caratteristiche sono le "Rappresentazioni classiche" al Teatro greco di Siracusa.
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Fondata intorno al 580 a.C., Agrigento vanta un territorio in cui si insediarono i vari popoli che lasciarono traccia nell'isola. Già sede di popoli indigeni che mantenevano rapporti commerciali con egei e micenei, il territorio agrigentino vide sorgere la polis di Akragas (Ἀκράγας), che raggiunse il massimo splendore nel V secolo a.C..
Venne conquistata dai Romani, che latinizzarono il nome in Agrigentum, successivamente cadde sotto il dominio arabo, e nel 1089 fu conquistata dai Normanni, che la ribattezzarono Girgenti, nome che mantenne sino al 1927 quando fu rinominata con il toponimo attuale.
È nota come Città dei templi per la sua distesa di templi dorici dell'antica città greca posti nella cosiddetta valle dei Templi, inserita, nel 1997, tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO.
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Cannolo
Il cannolo siciliano è una delle specialità più conosciute della pasticceria italiana. Come tale è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf).
In origine venivano preparati in occasione del carnevale; col passare del tempo la preparazione ha perso il suo carattere di occasionalità ed ha conosciuto una notevolissima diffusione sul territorio nazionale, divenendo in breve un rinomato esempio dell'arte pasticcera italiana nel mondo.
Si compone di una cialda di pasta fritta (detta scòrza e lunga da 15 a 20 cm con un diametro di 4–5 cm) ed un ripieno a base di ricotta di pecora. I cannoli vanno riempiti al momento di mangiarli: questo per evitare che l'umidità della ricotta venga assorbita dalla cialda facendole perdere la sua croccantezza. Per tale ragione, alcuni pasticcieri rivestono la superficie interna del cannolo con cioccolato fuso: in questo modo, l'involucro non si impregna rimanendo croccante per più tempo.
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Arancini
In siciliano arancinu o arancina, specialità della cucina siciliana che è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MiPAAF).
Si tratta di una palla o di un cono di riso impanato e fritto, del diametro di 8–10 cm, farcito generalmente con ragù, piselli e caciocavallo, oppure dadini di prosciutto cotto e mozzarella. Il nome deriva dalla forma originale e dal colore dorato tipico, che ricordano quelli di un'arancia, ma va detto che nella Sicilia orientale gli arancini hanno più spesso una forma conica.
L'arancino è considerato dai siciliani il prodotto di rosticceria più caratteristico della propria regione e quasi tutte le grandi città ne rivendicano la paternità.
Nel comprensorio catanese si sostiene che la forma a cono si debba ad una ispirazione data dall'Etna: infatti, tagliando la punta della pietanza appena cotta esce il vapore che ricorderebbe il fumo del vulcano, mentre la superficie croccante della panatura e il rosso del contenuto ne rievocherebbero la lava nei suoi due stadi, calda e fredda. Nel palermitano, si rammenta invece che l'origine della pietanza risalirebbe alla gastronomia araba e al dominio islamico di cui il capoluogo siciliano fu capitale.
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Caponata
In siciliano capunata, è un prodotto tipico della cucina siciliana. Si tratta di un insieme di ortaggi fritti (per lo più melanzane), conditi con sugo di pomodoro, sedano, cipolla, olive e capperi, in salsa agrodolce.
Ne esistono numerose varianti, a seconda degli ingredienti. La caponata, diffusa in tutto il Mar Mediterraneo, è generalmente utilizzata oggi come contorno o antipasto, ma sin dal XVIII secolo costituiva un piatto unico, accompagnata dal pane.
Va considerata una vera e propria etimologia popolare quella che fa risalire "caponata" a "capone", nome con il quale in alcune zone della Sicilia viene chiamata la lampuga, un pesce dalla carne pregiata ma piuttosto asciutta che veniva servito nelle tavole dell'aristocrazia condito con la salsa agrodolce tipica della caponata. Il popolo, non potendo permettersi il costoso pesce, lo sostituì con le economiche melanzane. Ed è questa la ricetta giunta fino a noi.
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Pasta di Mandorle
Con il nome di pasta di mandorle è stata ufficialmente riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale siciliano e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf).
La pasta di mandorle è usata in tantissime ricette in giro per il mondo. Costituisce uno dei dolci più rappresentativi della Sicilia, dove i maestri pasticcieri lavorano la mandorla in maniera artigianale con il miele, fino ad ottenere una pura pasta di mandorla, che può inoltre essere aromatizzata al limone o all'arancia oltre che essere ricoperta di zucchero a velo. Una delle più note applicazioni dolciarie della pasta di mandorle è la cosiddetta frutta martorana o pasta reale, ossia i finti frutti: vero capolavoro dell'artigianato dolciario siciliano.
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Panelle
La panella è una frittella di farina di ceci, tipico cibo da strada della cucina palermitana, servita soprattutto in mezzo alle Mafalde - forme di pane di circa 200 grammi con la crosta ricoperta di semi di sesamo. Sono spesso consumate assieme alle crocchette di patate o con altre specialità fritte in pastella, e condite a piacere con sale, pepe e limone.
Le panelle rappresentano il caratteristico spuntino del palermitano: si possono acquistare in moltissimi luoghi della città, in particolare nelle friggitorie, anche ambulanti, presenti nelle strade di Palermo.
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Pistacchio di Bronte
Il pistacchio di Bronte, in siciliano chiamata frastuca, è una varietà di pistacchio a Denominazione di origine protetta DOP. La coltivazione e la produzione di pistacchio rappresenta per Bronte, paese della provincia di Catania un'importante fonte di reddito, tanto da essere soprannominato l'Oro Verde, per il suo alto valore commerciale.
A Bronte si produce un'infinita varietà di prodotti derivati dalla lavorazione del pistacchio, come il famoso "pesto di pistacchio" usato per il condimento della pasta, il gelato al pistacchio, i biscotti di pistacchio, la crema di pistacchio, il cioccolato al pistacchio e molti altri. Oltre alla manifattura dolciaria, la peculiarità del pistacchio brontese e il colore uniformemente verde vivo della sua pasta, lo vede protagonista anche nella farcitura delle carni insaccate di pregio e nella gastronomia di alta classe.
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Granita e Brioches
A granita câ brioscia in Sicilia è la colazione estiva per eccellenza: non una semplice abitudine, ma una vera e propria istituzione che permette di iniziare la giornata con dolcezza e freschezza.
E’ un dolce freddo realizzato con un composto di acqua, zucchero e frutta che viene ghiacciato lentamente, ma mai completamente, e continuamente mescolato, per ottenere una consistenza granulosa e cremosa allo stesso tempo. Una vera delizia che tradizionalmente si accompagnava a pane fresco e croccante, con il tempo sostituito dalla tipica brioscia siciliana, fatta con pasta lievitata all’uovo e aromatizzata alla vaniglia o agli agrumi.
A renderla riconoscibile sono la morbida “pellicina” di cui è ricoperta e la particolare forma, simile a quella di uno chignon: una base semisferica sormontata dal cosiddetto tuppu (dal francese tupè: i capelli raccolti sulla nuca). La brioche viene servita calda insieme alla granita, in cui può essere inzuppata. Per quanto riguarda i gusti della granita, ce n’è davvero per tutti e variano anche a seconda della città in cui si gusta la granita.
A Messina la granita al caffè, servita nel classico bicchiere di vetro insieme ad una calda brioche, è stata inserita tra i marchi di denominazione comunale De.Co.
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Cous Cous
Alimento tipico del Nordafrica, della Sicilia occidentale, e della Sardegna Sudoccidentale, costituito da granelli di semola di frumento cotti a vapore, del diametro di un millimetro prima della cottura, poi via via sempre più grandi. Solitamente esso accompagna carni in umido e/o verdure bollite.
A Trapani, territorio con frequenti legami storici e sociali negli ultimi due secoli con Tunisia e Libia, e nelle zone limitrofe come Favignana, e San Vito Lo Capo, il cuscus di pesce è un piatto tipico della cucina trapanese e di uso quasi quotidiano.
Il cuscus trapanese è inserito tra i Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, su proposta della Regione Siciliana.